EXEMPLA

    Le basi della “Dottrina della Scienza”
    Senza dubbio, in linea di principio, la cultura regola gnoseologicamente l’evoluzione antropica, determinando i progressi dell’Umanità in ogni campo dello scibile, ma nel settore filosofico con la locuzione “dottrina della scienza” (Wissenschaftslehre) si intende il sapere ricondotto ai suoi ultimi fondamenti, alle sue basi primarie, alla sua essenza specifica. A livello epistemologico, infatti, tale elevata astrazione si configura come effettivo “sapere del sapere”, assumendo i caratteri distintivi di uno studio metodico delle condizioni speculative globali in grado di rendere razionalmente comprensibile e pienamente giustificabile la conoscenza, che, in tal modo, delinea analiticamente e condensa sinteticamente la “storia pragmatica dello spirito umano” riconducendola ai suoi principi più schietti. La dottrina della scienza, dunque, non rappresenta una mera speculazione filosofica propedeutica, complementare o paradigmatica rispetto alla gnoseologia, ma, costituendo un’articolata riflessione della conoscenza su se stessa condotta attraverso uno studio organico delle modalità che regolano la produzione e lo sviluppo del sapere, è, assai semplicemente, pura “scienza della scienza”.
    Come tutte le attività psichiche, le operazioni di inferenza sono sottoposte al controllo della coscienza, che, durante la riflessione, mentre pone, depone, propone, oppone, compone, dispone e impone, razionalmente e con assoluta libertà di pensiero, appare funzionalmente scissa in un Io osservante e in un Io osservato, trovando in se stessa la contrapposizione logica necessaria per la formulazione di entimemi congruenti. L’intelletto apprezza l’universo come un ente concreto da analizzare e considera il Non-Io come un antagonista dell’Io che ne ostacola continuamente le elucubrazioni deduttive e le estrapolazioni induttive, anche se entrambi costituiscono due aspetti della medesima realtà spirituale; nel contempo, però, la mente tende a sublimare tanto l’Io che propone se stesso quanto l’Io che oppone il Non-Io in una concezione globale, riconoscendo nelle manifestazioni astratte delle due entità coerentemente contrapposte altrettante espressioni epistemologicamente complementari del sé. Il contrasto fra Io e Non-Io, peraltro, è indispensabile per il completo sviluppo dell’autocoscienza, che, attraverso gli sforzi psichici compiuti per superare i diversi limiti consapevolmente creati dall’intelletto solo per essere valicati durante l’impegnativo processo di evoluzione mentale destinato a concludersi con la generazione di una personalità equilibrata, può conseguire la piena maturità di giudizio, raggiungendo la perfezione ideale propria della ragione.
    Questa complessa disciplina fu definita in maniera esaustiva dal grande filosofo tedesco dell’epoca Illuministica Johann Gottlieb Fichte (1762-1814), che, nella sua opera più importante, “Fondamento dell’intera dottrina della scienza” (Grundlage der gesamten Wissenschaftslehre), pubblicata nel 1794, subito dopo “Il concetto della dottrina della scienza o della cosiddetta filosofia” (Über den Begriff der Wissenschaftslehre oder der sogenannten Philosophie), che ne precisava gli intenti tematici, e immediatamente prima dello “Schizzo delle proprietà della dottrina della scienza rispetto alle facoltà teoretiche” (Grundriß des Eigentümlichen der Wissenschaftslehre in Rücksicht auf den theoretischen Vermögen), che ne approfondiva alcune particolarità, tracciò nettamente il profilo della materia, descrivendone in modo dettagliato gli aspetti imprescindibili.
    Il saggio si sviluppa in tre “tomi” ben distinti, ma, ovviamente, interdipendenti, che prendono in considerazione i principi fondamentali della conoscenza, le basi del sapere teoretico e le radici assiomatiche della scienza esercitata praticamente.
    La prima parte (Erster Teil), “Principi fondamentali dell’intera dottrina della scienza” (Grundsätze der gesamten Wissenschaftslehre), espone diffusamente i tre cardini basilari dell’insegnamento sperimentale, articolandosi in altrettanti capitoli: “Primo principio fondamentale, in tutto e per tutto incondizionato” (Erster, schlechthin unbedingter, Grundsatz), “Secondo principio fondamentale, condizionato secondo il contenuto” (Zweiter, seinem Gehalte nach bedingter, Grundsatz) e “Terzo principio fondamentale, condizionato secondo la forma” (Dritter, seiner Form nach bedingter, Grundsatz).
    La seconda sezione (Zweiter Teil), “Fondamento del sapere teoretico” (Grundlage des theoretischen Wissens), è composta dal “Primo Teorema” (Erster Lehrsatz) - ripartito in “Determinazione della proposizione sintetica da analizzare” (Bestimmung des zu analysierenden synthetischen Sätzes), “Sintesi in linea generale degli opposti e sintesi degli opposti contenuti nella proposizione enunciata” (Synthesis der in dem aufgestellten Sätze enthaltenen Gegensätze überhaupt, und im allgemeinen), “Sintesi mediante determinazione reciproca degli opposti contenuti nella prima delle proposizioni contrapposte” (Synthesis durch Wechselbestimmung der in dem ersten der entgegengesetzten Sätze selbst enthaltenen Gegensätze), “Sintesi mediante determinazione reciproca degli opposti contenuti nella seconda delle proposizioni contrapposte” (Synthesis durch Wechselbestimmung der in dem zweiten der entgegengesetzten Sätze selbst enthaltenen Gegensätze), “Verificazione sintetica dell’opposizione avente luogo fra i due modi di determinazione reciproca enunciati” (Synthetische Vereinigung des zwischen den beiden aufgestellten Arten der Wechselbestimmung stattfindenden Gegensätzes) - e da una “Deduzione della rappresentazione” (Deduktion der Vorstellung) conclusiva.
    La terza branca (Dritter Teil), “Fondamento della scienza del pratico” (Grundlage der Wissenschaft des Praktischen), infine, si sviluppa in sette teoremi - “Secondo Teorema” (Zweiter Lehrsatz), affatto privo di sottotitoli esplicativi, “Terzo Teorema: nello sforzo dell’Io è posto insieme un controsforzo del Non-Io, che equilibra il primo” (Dritter Lehrsatz: Im Streben des Ich wird zugleich ein Gegenstreben des Nicht-Ich gesetzt, welches dem erstern das Gleichgewicht halte), “Quarto Teorema: lo sforzo dell’Io, il controsforzo del Non-Io e il loro equilibrio devono essere posti” (Vierter Lehrsatz: Das Streben des Ich, Gegenstreben des Nicht-Ich und Gleichgewicht zwischen beiden muß gesetzt werden), “Quinto Teorema: il sentimento stesso dev’essere posto e determinato” (Fünfter Lehrsatz: Das Gefühl selbst muß gesetzt und bestimmt werden), “Sesto Teorema: il sentimento dev’essere ulteriormente determinato e delimitato” (Sechster Lehrsatz: Das Gefühl muß weiter bestimmt und begrenzt werden), “Settimo Teorema: l’impulso stesso dev’essere posto e determinato” (Siebenter Lehrsatz: Der Trieb selbst muß gesetzt und bestimmt werden) e “Ottavo Teorema: i sentimenti stessi devono poter essere contrapposti” (Achter Lehrsatz: Die Gefühle selbst müssen entgegengesetzt werden können) - che portano perfettamente a compimento la trattazione sistematica.
    Naturalmente, come avviene sempre in occasione della divulgazione di opere speculative contenenti criteri innovativi e concetti rivoluzionari rispetto agli stereotipi culturali correnti, la dottrina della scienza fu oggetto di critiche molto severe, al suo apparire, divenendo il bersaglio preferito dei detrattori più beceri, che la avversarono per partito preso, spesso senza nemmeno averne esaminato attentamente i contenuti maggiormente evidenti, trascurandone con colpevole negligenza le numerose implicazioni teoretiche e pratiche (ammesso che riuscissero a comprenderle).
    Tuttavia, nonostante il caustico sarcasmo espresso dall’illustre collega coevo Arthur Schopenhauer (1788-1860), che disprezzò apertamente lo scritto - deridendone aspramente l’autore - mediante un arguto gioco di parole consentito dal teutone fra i termini tecnici Wissenschaftslehre (“dottrina della scienza”) e Wissenschaftsleere (“vuoto della scienza”), ancora oggi il ponderoso lavoro filosofico del genio tedesco risulta mirabile per profondità di indagine e per completezza di trattazione, contribuendo fattivamente a porre le basi logiche ed epistemologiche abbondantemente utilizzate sia dagli eruditi appartenenti alla corrente specifica sia dagli studiosi posteriori di qualsiasi matrice per individuare con assoluta certezza i principi fondamentali dell’intera dottrina della scienza così come viene intesa - praticamente all’unanimità - nel contesto degli ambienti culturali specializzati contemporanei.
    Prof. Riccardo Delfino